I dati ce lo confermano: nel 2023, in Italia, si sono verificati ben 378 eventi meteorologici estremi, +22% rispetto al 2022. In aumento alluvioni, frane, mareggiate, grandinate e temperature eccezionalmente calde.
Nel nostro Paese è cresciuto costantemente, nell’ultimo decennio, il numero degli eventi meteorologici cosiddetti “estremi”, ossia che hanno superato - per intensità o frequenza - la soglia media di guardia calcolata sulle rilevazioni meteorologiche dei trent’anni precedenti. Si è trattato di allagamenti e frane da piogge, terremoti, esondazioni di fiumi, raffiche di vento, ondate di calore, che si sono moltiplicati di anno in anno.

Senza dubbio il Nord Italia è l’area più colpita della Penisola con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna che entrano tra le prime dieci regioni in Europa con il maggior rischio climatico. Nella recente classifica anche la Toscana, il Piemonte e la Campania.
Secondo i numeri di marzo 2024, i rischi principali per il patrimonio residenziale sarebbero le inondazioni che insieme a incendi, frane, vento e ghiaccio, costituiscono il fattore che causa maggiori danni.   

Anche Legambiente riassume gli eventi del 2023 specificando come sarebbero in aumento soprattutto le alluvioni e le esondazioni dei fiumi (+170% rispetto al 2022), le frane e gli smottamenti da piogge intense (+64%) e i danni da grandinate (+34,5%) con gli allagamenti (+12,4%). Tra le città più colpite: Roma, Milano, Fiumicino, Palermo e Prato.

Fonte: Legambiente
A preoccupare sono soprattutto le conseguenze di questi eventi; l’Italia è il Paese dove la conta dei danni è più salata: secondo alcune stime, si tratta di un costo pari all’intero importo del PNRR e a 10 manovre finanziarie che negli ultimi 40 anni è stato sopportato dalle casse dello Stato e dai cittadini per porre rimedio ai danneggiamenti del clima. Una cifra esorbitante e in crescita, solo nel 2022 i danni sono stati pari a 17 miliardi di euro, lo 0,9% del PIL.
Fonte: Flowpaper
Le statistiche ci consegnano l’immagine di un Paese che, da Nord a Sud, si scopre sempre più fragile ed esposto a rischi a cui non eravamo abituati: è difficile rintracciare una responsabilità, anche perché c’entrano sicuramente la particolare conformazione del nostro territorio e, soprattutto, il cambiamento climatico globale.
Fonte: Legambiente

Mai come in questo caso la saggezza popolare ci ricorda l’importanza di giocare d’anticipo. Come dire? Se minaccia di piovere, procurati un ombrello.
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) presenta una situazione non troppo rosea:

  • quasi 8 abitazioni su 10 sarebbero esposte ad un rischio alto o medio alto (sismico e idrogeologico)
  • appena il 4,9% dei 31,2 milioni di abitazioni esistenti censite dall’Istat risulta coperta per danni da catastrofi naturali. 

Tra i principali Paesi europei, l’Italia ha il più ampio divario tra le perdite legate agli eventi atmosferici e sismici e quelle coperte da una polizza assicurativa. Dati che stridono con quelli sul patrimonio immobiliare, con percentuali di case di proprietà di famiglie e piccoli risparmiatori da anni al top in Europa.

Fonte: CNR
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